La legge del Signore

Durante la guerra di Secessione una famiglia di quaccheri dell'Indiana, retta da Jess (Gary Cooper) e dalla religiosissima Eliza (Dorothy McGuire), decide di mantenere un'attitudine non violenta nei confronti dell'esistenza. Il figlio Josh (Anthony Perkins), però, si arruolerà nell'esercito.

Ispirato a The Friendly Persuasion (1945) di Jessamyn West, è uno dei titoli meno forti tra quelli diretti da William Wyler. L'autore, che aveva già lavorato sul western con risultati migliori (anche se mai straordinari: si pensi al sopravvalutato L'uomo del West, 1940, sempre con Gary Cooper), firma qui un goffo (e lunghissimo: 137 minuti!) apologo anti-violenza molto timido e straordinariamente indulgente. Non c'è troppa cattiveria, e il buonismo impera, sposando la causa del quaccherismo “narrativo” incarnato dalle ragioni della famiglia protagonista. Wyler mantiene, come al solito, una visione ampia, disincantata e libera, ma qui, tra parentesi ironiche e prese di posizione strategicamente retoriche, il risultato è piuttosto piatto. Resta il pregio di una confezione dignitosa e di un ottimo cast, ma anche il rimorso legato a un'incisività purtroppo assente. Palma d'oro al miglior film durante la decima edizione del Festival di Cannes e candidato a 6 Oscar, inclusi quelli al film, alla regia e al non protagonista Perkins, quacchero e poi neo-soldato di vibrante intensità. Almeno lui.