Due vedovi (Totò, Ave Ninchi), incontratisi al cimitero, decidono di sposarsi, ma i rispettivi parenti, interessati alle loro eredità, faranno di tutto per tenerli separati seminando zizzania fra loro.

Mettere insieme Mattoli, Totò e la Ninchi dovrebbe essere la ricetta perfetta per un sicura commedia di successo, e invece il protagonista non centra mai davvero il proprio obiettivo. Non basta la sicura maestria di un artigiano fedele come il regista marchigiano né l'alchimia tra i due attori, ben più naturali in Totò e le donne (1952). Tratto dalla commedia Vietato ai maggiorenni di Emilio Caglieri, e sceneggiato dal commediografo insieme a Ruggero Maccari, il film, ambientato a Firenze, tenta di unire la comicità partenopea con quella toscana, ma l'incrocio stride e non diventa mai davvero folgorante. Neanche la “spalla” Enzo Turco riesce a risollevare le sorti; Totò piazza alcune sue smorfie e battute, che comunque non riescono a mantenere un ritmo costante.
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