Il clown Tottons (Totò) è costretto a non struccarsi mai per non rivelare la sua identità. Perseguitato da un detective e dalla gelosia di tre donne, sarà obbligato a esibirsi in numeri sempre diversi per sfuggirgli.

Più che una parodia del film di De Mille Il più grande spettacolo del mondo (1952), la pellicola è soprattutto un pretesto per permettere a Totò di esibirsi in alcuni dei suoi più grandi numeri da rivista. Tra il pubblico si riconoscono Aldo Fabrizi, la Mangano, Anthony Quinn e Carlo Croccolo. Primo esempio di Podelvision, ossia il cinema tridimensionale, della ditta Ponti-De Laurentis, ma fu un insuccesso anche perché in Italia c'erano appena dieci sale attrezzate. Degna di nota, comunque, l'amara “preghiera del clown” interpretata da un Totò molto intenso. Eccessivamente sottovalutato, è un film che andrebbe riscoperto.
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