Nicolino Capece (Totò) è un tranquillo farmacista scambiato per un evaso dal manicomio criminale e costretto a fuggire in Spagna dove, per amore di una donna (Isa Barzizza), dovrà assumere una nuova identità: quella del torero Nicolete. I guai sorgeranno quando finirà in una vera arena con un vero toro.

La parodia di Sangue e arena (1941) con Tyrone Power si ferma al titolo, ma la collaborazione tra Mattoli e Totò inizia a dare frutti prelibati. Il regista permette all'attore un ampio dispiegamento surreale (come, ad esempio, il panino fatto con sapone e spugna o il dialogo col toro) facendogli indossare, via via che il film scorre, maschere e identità diverse. Totò da sfogo a tutto il suo armamentario mimico-verbale e la sua furia iconoclasta tocca persino la politica, nelle vesti di un “pesce democristiano”.
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