Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi
Durata
87
Formato
Regista
Carlo (Geronimo Meyner) e Gabriella (Christine Kaufman) vogliono sposarsi, ma devono scontrarsi sin dall'inizio coi propri padri, rispettivamente il geometra D'Amore (Aldo Fabrizi) e il cavalier Cocozza (Totò) contrari per diversi motivi. Non ultimo una reciproca antipatia l'uno verso l'altro sin dal primo incontro.
Il titolo, che accoglie accanto a Totò anche il nome di Fabrizi per la prima e unica volta (è l'ultimo film che gireranno insieme), segna il consolidato successo della coppia. A giusto merito, in quanto, nel lungometraggio di Mattoli danno prova, scena dopo scena, di essere non solo i mattatori della pellicola, ma di costituirne anche l'unico centro propulsore. La sceneggiatura debole, infatti, si incarica di piazzarli praticamente in ogni sequenza come ultimo rimedio a ogni male. Ma è chiaro che le scintille vere (in ogni senso) arrivano quando sono l'uno di fronte all'altro e quando, spronati da una sorta di agonismo continuo, sembrerebbero capaci di tirare avanti all'infinito se non fosse per esigenze tecniche. Assai più deboli i giovani attori, che smorzano non poco il ritmo del film, per cui si è felici ogni volta che vengono oscurati dal gigantismo di Totò e Fabrizi, o dalla bravura di Nina Morelli e Franca Marzi, che nel ruolo delle mogli dei protagonisti appaiono pienamente credibili.
Il titolo, che accoglie accanto a Totò anche il nome di Fabrizi per la prima e unica volta (è l'ultimo film che gireranno insieme), segna il consolidato successo della coppia. A giusto merito, in quanto, nel lungometraggio di Mattoli danno prova, scena dopo scena, di essere non solo i mattatori della pellicola, ma di costituirne anche l'unico centro propulsore. La sceneggiatura debole, infatti, si incarica di piazzarli praticamente in ogni sequenza come ultimo rimedio a ogni male. Ma è chiaro che le scintille vere (in ogni senso) arrivano quando sono l'uno di fronte all'altro e quando, spronati da una sorta di agonismo continuo, sembrerebbero capaci di tirare avanti all'infinito se non fosse per esigenze tecniche. Assai più deboli i giovani attori, che smorzano non poco il ritmo del film, per cui si è felici ogni volta che vengono oscurati dal gigantismo di Totò e Fabrizi, o dalla bravura di Nina Morelli e Franca Marzi, che nel ruolo delle mogli dei protagonisti appaiono pienamente credibili.