Tre fratelli
Durata
113
Formato
Regista
Raffaele (Philippe Noiret), Nicola (Michele Placido) e Rocco (Vittorio Mezzogiorno), avvertiti della morte della madre, fanno ritorno in Puglia nella casa paterna. Per ognuno di loro e per l'anziano padre (Charles Vanel) il ricomporsi dell'unità familiare sarà occasione di un bilancio esistenziale.
Ispirata al racconto Il terzo figlio del russo Andrej Platonov, la sceneggiatura di Rosi e Tonino Guerra trasferisce l'ambientazione sovietica originaria nelle Murge al confine tra Puglia e Basilicata, tra le città di Altamura e Matera. È proprio lo scabro paesaggio rurale, fotografato da Pasqualino De Santis in un crepuscolo d'immobilità fuori dal tempo, con le sue masserie, i suoi oliveti e i suoi tratturi di campagna, una delle componenti più significative del film, insieme alle convincenti interpretazioni degli attori. Ognuno dei tre fratelli delinea un profilo caratteriale e generazionale diverso. Raffaele, affermato magistrato quarantenne a Roma, rappresenta la legge, l'ordine, il servizio allo Stato. Nicola, trentenne in crisi coniugale, è un operaio meridionale emigrato al Nord, impegnato in lotte sindacali e contestazioni politiche. Rocco, il più piccolo dei tre, è l'idealista sognatore, un educatore che dedica la sua vita ai ragazzi senza famiglia. Sintesi di ognuna delle loro così diverse personalità è l'anziano padre, magistralmente incarnato da un Charles Vanel alla sua ultima interpretazione. Gli unici limiti della pellicola si possono individuare in un tono sempre piuttosto greve e in qualche improvvido slancio poeticista.
Ispirata al racconto Il terzo figlio del russo Andrej Platonov, la sceneggiatura di Rosi e Tonino Guerra trasferisce l'ambientazione sovietica originaria nelle Murge al confine tra Puglia e Basilicata, tra le città di Altamura e Matera. È proprio lo scabro paesaggio rurale, fotografato da Pasqualino De Santis in un crepuscolo d'immobilità fuori dal tempo, con le sue masserie, i suoi oliveti e i suoi tratturi di campagna, una delle componenti più significative del film, insieme alle convincenti interpretazioni degli attori. Ognuno dei tre fratelli delinea un profilo caratteriale e generazionale diverso. Raffaele, affermato magistrato quarantenne a Roma, rappresenta la legge, l'ordine, il servizio allo Stato. Nicola, trentenne in crisi coniugale, è un operaio meridionale emigrato al Nord, impegnato in lotte sindacali e contestazioni politiche. Rocco, il più piccolo dei tre, è l'idealista sognatore, un educatore che dedica la sua vita ai ragazzi senza famiglia. Sintesi di ognuna delle loro così diverse personalità è l'anziano padre, magistralmente incarnato da un Charles Vanel alla sua ultima interpretazione. Gli unici limiti della pellicola si possono individuare in un tono sempre piuttosto greve e in qualche improvvido slancio poeticista.