Micky (Tchéky Karyo) scappa a Parigi dopo una rapina in banca e tenta di conquistare l'amata prostituta Marie (Sophie Marceau). Ma lei ha un altro contendente: il criminale Léon (Francis Huster), un sognatore visto da tutti come un idiota.

Ispirandosi alla lontana agli scritti di Fëdor Dostoevskij e vedendo l'opera come un tributo all'autore russo (in particolare a L'idiota, 1869), Andrzej Żuławski firma un debole triangolo amoroso e criminoso con poche frecce al proprio arco: niente più di una gratuita galleria di isterismi convulsi ed estremismi maniacali. L'anarchia registica è una cifra di stile importante per l'autore polacco, ma qui sembra sfociare in un istrionismo troppo poco ragionato. Il risultato è un'opera balorda che non riesce a trarre forza dalle innumerevoli suggestioni di una vicenda che spazia dal mélo al dramma, dal poliziesco al grottesco.
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