Milano. La giovane Marisa (Patrizia Castaldi) viene brutalmente assassinata senza un apparente movente. Si occupa del caso il commissario Germi (Claudio Cassinelli), uomo di legge dai metodi spicci e poco ortodossi, il quale scoprirà un abietto giro di prostituzione minorile. Specializzato nel cinema di genere, Sergio Martino sforna un prodotto greve e sgangherato che cerca di unire poliziottesco, thriller pruriginoso e approssimativa denuncia sociale (dei media, in un calderone troppo arrabattato anche per gli amanti delle ruvide pellicole popolari a basso costo. Sfruttando pretestuosamente l'ambientazione meneghina (come luogo di perdizione e dissoluzione morale tout court), la pellicola offre un'improponibile quanto volgare ritratto di una città, Milano, popolata di rozzi individui che dietro dialettalismi e battutacce (uno dei cattivoni è noto come "Il menga") non manifestano altro che violenza (verbale e fisica), intolleranza e opportunismo. Cassinelli, volto noto del poliziesco italiano di serie B, è ridicolo, ma non è che gli altri se la cavino meglio. Sparatorie, inseguimenti a caso e qualche seno nudo, nulla più.