Nikita
Nikita
1990
Paesi
Francia, Italia
Generi
Noir, Drammatico
Durata
117 min.
Formato
Colore
Regista
Luc Besson
Attori
Anne Parillaud
Tchéky Karyo
Jean-Hugues Anglade
Jean Reno
Jeanne Moreau
Philippe Leroy
La tossicodipendente Nikita (Anne Parillaud) viene arrestata e condannata all'ergastolo per aver ucciso un poliziotto durante una rapina notturna finita in tragedia. I servizi segreti francesi però fingono la sua morte e la rinchiudono in un centro di addestramento per formare spietati assassini al soldo del governo. Pur di sopravvivere, Nikita accetta la nuova realtà, esercitandosi per diventare un killer professionista sotto la severa supervisione di Bob (Tchéky Karyo).
Dopo essersi imposto come un autore di rilievo all'interno della estetizzante corrente del nuovo cinema francese degli anni '80, Besson realizza una delle sue opere migliori, capace di mettere d'accordo critica e pubblico. Noir metropolitano contemporaneo, action d'autore e ritratto femminile di fosco romanticismo, Nikita rincorre suggestioni differenti senza aderire perfettamente a nessuna di esse: ed è questo fascino sfuggente uno dei motivi di maggiore interesse della pellicola. Raffinato ma scarno nella messa in scena, con la misurata eleganza figurativa che stride con le esplosioni di violenza a cui Besson non rinuncia. Duro e spigoloso, ma anche profondamente sensuale come la sua protagonista, una perfetta Anne Parillaud, eroina risoluta capace di capovolgere i classici stilemi del genere offrendo un'interpretazione che alterna scoppi di insana ribellione a momenti di sofferto intimismo. Dopo una prima parte impeccabile, la sceneggiatura (dello stesso Besson) gira un po' a vuoto e si incaglia quando entra in scena il personaggio di Marco (Jean-Hugues Anglade), cassiere che stringe una relazione amorosa con la protagonista. Clamorosa la sequenza dello "svezzamento" di Nikita al ristorante Le Train bleu. Bella ambientazione parigina, le cui insolite location sono vere e proprie co-protagoniste del film. Tchéky Karyo e Jean Reno convincenti, Jeanne Moreau lascia il segno con un'apparizione di pochi minuti («Non dimenticare: due cose non conoscono limiti, la femminilità e i modi di abusarne»). Bella colonna sonora di Eric Serra.
Dopo essersi imposto come un autore di rilievo all'interno della estetizzante corrente del nuovo cinema francese degli anni '80, Besson realizza una delle sue opere migliori, capace di mettere d'accordo critica e pubblico. Noir metropolitano contemporaneo, action d'autore e ritratto femminile di fosco romanticismo, Nikita rincorre suggestioni differenti senza aderire perfettamente a nessuna di esse: ed è questo fascino sfuggente uno dei motivi di maggiore interesse della pellicola. Raffinato ma scarno nella messa in scena, con la misurata eleganza figurativa che stride con le esplosioni di violenza a cui Besson non rinuncia. Duro e spigoloso, ma anche profondamente sensuale come la sua protagonista, una perfetta Anne Parillaud, eroina risoluta capace di capovolgere i classici stilemi del genere offrendo un'interpretazione che alterna scoppi di insana ribellione a momenti di sofferto intimismo. Dopo una prima parte impeccabile, la sceneggiatura (dello stesso Besson) gira un po' a vuoto e si incaglia quando entra in scena il personaggio di Marco (Jean-Hugues Anglade), cassiere che stringe una relazione amorosa con la protagonista. Clamorosa la sequenza dello "svezzamento" di Nikita al ristorante Le Train bleu. Bella ambientazione parigina, le cui insolite location sono vere e proprie co-protagoniste del film. Tchéky Karyo e Jean Reno convincenti, Jeanne Moreau lascia il segno con un'apparizione di pochi minuti («Non dimenticare: due cose non conoscono limiti, la femminilità e i modi di abusarne»). Bella colonna sonora di Eric Serra.
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