Morto il figlio avuto con Luisa (Yvonne Sanson), la quale successivamente prenderà i voti per farsi suora, Guido (Amedeo Nazzari) si innamora di Lina (ancora Yvonne Sanson), una ragazza che assomiglia in modo straordinario alla sua compagna precedente.

Sequel di uno dei massimi lavori di Raffaello Matarazzo, ovvero I figli di nessuno (1951), L'angelo bianco prova a sfruttare l'ottimo successo del capitolo precedente in maniera interessante e intelligente. Il regista, infatti, non si limita a riproporre personaggi e situazioni, ma osa di più e utilizza la notevole base di partenza per dirigere un lavoro rischioso e non convenzionale. Pur rientrando perfettamente nei canoni del genere melodrammatico, la pellicola porta avanti una storia insolita e contenutisticamente accattivante: il tema del doppio (giocato brillantemente con l'impiego di Yvonne Sanson per due ruoli diversi) è ben amalgamato alla vicenda e adeguatamente approfondito da un regista che sa osare, alzare la posta e tentare strade improntate a una forte e vigorosa idea, accennata ma non per questo meno rilevante, di cinema della modernità. Un'opera audace e impreziosita dalle solide interpretazioni dei protagonisti; assolutamente degna dell'ottimo film precedente.
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