Charles Dexter Ward (Vincent Price) arriva con la moglie (Debra Paget) in un piccolo villaggio per prendere possesso di un palazzo da poco ereditato. Ben presto si accorgerà che una maledizione grava sugli abitanti del paese.

Dal 1960, anno de I vivi e i morti, Roger Corman ha spesso attinto all'opera di Edgar Allan Poe. Per La città dei mostri, nonostante tra le fonti d'ispirazione ci sia pretestuosamente anche una poesia dello scrittore di Boston, il nome letterario di riferimento è un altro: H.P. Lovecraft (un'altra delle più popolari “penne del brivido”) e in particolare il suo racconto Il caso di Charles Dexter Ward. Valorizzato da un soggetto affascinante, il film procede con efficacia nella prima parte, arrivando però a sgonfiarsi nella seconda, quando i nodi iniziano a venire al pettine. Alla lunga gli schemi appaiono fin troppo collaudati, ma su tutta la pellicola aleggia un'atmosfera angosciante e le sequenze da ricordare (l'arrivo nella locanda, in primis) sono diverse. Vincent Price, come sempre, non delude, e con la sua performance barocca riesce a nascondere e a far dimenticare qualche ingenuità di troppo della pellicola.
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