Stati Uniti, 1935. Vita, ascesa e caduta del gangster George “Machine Gun” Kelly (Charles Bronson), particolarmente abile con il mitra.

Ispirato a una storia vera e scritto da R. Wright Campbell, La legge del mitra è il ritratto ruvido ed essenziale di un gangster che si è arricchito negli anni che seguirono al proibizionismo. Roger Corman, mai così efficace in precedenza, punta su una messinscena in levare, che caratterizza un crescendo isterico nel ritmo e nella disamina psicologica del protagonista. Approfondito con cura, il personaggio, brutale e violento, è vittima di una serie di idiosincrasie infantili che lo rendono debole e tormentato, sulla scia dei più importanti gangster che siano stati mai ritratti sul grande schermo (si pensi, tra i tanti, al criminale interpretato da James Cagney ne La furia umana di Raoul Walsh, del 1949). Charles Bronson, al suo primo ruolo importante, dà volto alla progressiva deriva psichica del protagonista con buona efficacia. Il miglior film di Corman degli anni Cinquanta e uno dei migliori b-movie del decennio. Un gioiello tirato a lucido dalla bella fotografia di Floyd Crosby.
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