La costola di Adamo
Adam's Rib
Durata
101
Formato
Regista
Doris (Judy Holliday) spara al marito (Tom Ewell), colpevole di adulterio. C'è un processo: l'uomo si affida all'avvocato Bonner (Spencer Tracy). La moglie di quest'ultimo, Amanda (Katharine Hepburn), è a sua volta un avvocato e finisce per difendere Doris. I due, nella foga del procedimento, mettono in crisi anche il loro matrimonio.
Diretta da un Cukor in forma smagliante, è una delle commedie romantiche per eccellenza: Katharine Hepburn e Spencer Tracy, coppia anche nella vita reale, incarnano alla perfezione gli ideali ricercati dal regista americano. Il film è praticamente perfetto: la sceneggiatura di Ruth Gordon e Garson Kanin rivela un meccanismo a orologeria imbattibile, i due protagonisti furoreggiano nelle schermaglie legal-coniugali e la regia di Cukor li asseconda in perfetto equilibrio tra vocazione umana e spirito sornione. È un titolo che sintetizza in forma esemplare le dinamiche dei sessi: al di là delle battute e dei nodi narrativi, che pure il regista americano manipola con estrema sagacia, resiste una pertinenza culturale che sbalordisce nella sua complessità. Hepburn e Tracy, inoltre, non sono mai stati così bravi: lei sembra nata per il ruolo, lui rinnova un talento di cui non si vorrebbe mai fare a meno. In un ruolo di supporto, anche Judy Holliday (che sotto la direzione di Cukor avrebbe vinto l'Oscar nel 1950 per Nata ieri) è notevolissima. Come si suol dire: di film così non ne fanno (quasi) più. Purtroppo, verrebbe da aggiungere.
Diretta da un Cukor in forma smagliante, è una delle commedie romantiche per eccellenza: Katharine Hepburn e Spencer Tracy, coppia anche nella vita reale, incarnano alla perfezione gli ideali ricercati dal regista americano. Il film è praticamente perfetto: la sceneggiatura di Ruth Gordon e Garson Kanin rivela un meccanismo a orologeria imbattibile, i due protagonisti furoreggiano nelle schermaglie legal-coniugali e la regia di Cukor li asseconda in perfetto equilibrio tra vocazione umana e spirito sornione. È un titolo che sintetizza in forma esemplare le dinamiche dei sessi: al di là delle battute e dei nodi narrativi, che pure il regista americano manipola con estrema sagacia, resiste una pertinenza culturale che sbalordisce nella sua complessità. Hepburn e Tracy, inoltre, non sono mai stati così bravi: lei sembra nata per il ruolo, lui rinnova un talento di cui non si vorrebbe mai fare a meno. In un ruolo di supporto, anche Judy Holliday (che sotto la direzione di Cukor avrebbe vinto l'Oscar nel 1950 per Nata ieri) è notevolissima. Come si suol dire: di film così non ne fanno (quasi) più. Purtroppo, verrebbe da aggiungere.