Pranzo alle otto
Dinner at Eight
Durata
111
Formato
Regista
Una cena in una magione elegante fa da sfondo all'incontro tra vari tipi umani, negli anni della Grande depressione. A tavola si troveranno insieme facoltosi e miserabili, divi decaduti e borghesi ambiziosi; davanti alla disperazione, però, non esiste ceto sociale…
Straordinario, feroce, invasivo esempio di commedia sofisticata. George Cukor si ispira all'omonima pièce teatrale del 1932 di Edna Ferber e George S. Kaufman, e gira un'opera che diventa baluardo, in piena Depressione, di una maniera intelligente di proporre e fare cinema. Il regista è testimone d'un bestiario d'umanità variegata, che si presentano nei titoli di testa cerchiati da piatti da portata; le loro istanze sono in eterna trasformazione, i loro pensieri contradditori, miserevoli e abbacinanti come l'epoca che si trovano a vivere. Cukor scandisce il lavoro adeguandolo a un ritmo serrato e di ferrosa concitazione: non ci sono personaggi positivi o personaggi negativi, ma anime in delirio che cercano di maneggiare la realtà per trarne profitto. Cast praticamente perfetto: Marie Dressler, quotatissima superstar di quegli anni nonostante l'età avanzata, è da manuale di scuola per attori, ma sono da segnalare anche la magnetica Jean Harlow, Billie Burke, Lionel Barrymore, John Barrymore, Wallace Beery, Lee Tracy. Rappresentano bestie, ricche o povere che siano, contaminate dal germe della disperazione. Come tutti i migliori Cukor, ignorato dalla stagione dei premi.
Straordinario, feroce, invasivo esempio di commedia sofisticata. George Cukor si ispira all'omonima pièce teatrale del 1932 di Edna Ferber e George S. Kaufman, e gira un'opera che diventa baluardo, in piena Depressione, di una maniera intelligente di proporre e fare cinema. Il regista è testimone d'un bestiario d'umanità variegata, che si presentano nei titoli di testa cerchiati da piatti da portata; le loro istanze sono in eterna trasformazione, i loro pensieri contradditori, miserevoli e abbacinanti come l'epoca che si trovano a vivere. Cukor scandisce il lavoro adeguandolo a un ritmo serrato e di ferrosa concitazione: non ci sono personaggi positivi o personaggi negativi, ma anime in delirio che cercano di maneggiare la realtà per trarne profitto. Cast praticamente perfetto: Marie Dressler, quotatissima superstar di quegli anni nonostante l'età avanzata, è da manuale di scuola per attori, ma sono da segnalare anche la magnetica Jean Harlow, Billie Burke, Lionel Barrymore, John Barrymore, Wallace Beery, Lee Tracy. Rappresentano bestie, ricche o povere che siano, contaminate dal germe della disperazione. Come tutti i migliori Cukor, ignorato dalla stagione dei premi.