La tigre ama la carne fresca
Le tigre aime la chair fraîche
Durata
90
Formato
Regista
Le imprese di un agente francese (Roger Hanin), chiamato “Il Tigre”, che ha come incarico la sicurezza di un ministro turco in visita a Parigi, venuto nella capitale transalpina per acquistare degli aerei incredibilmente all'avanguardia.
Sceneggiato dall'attore protagonista, non memorabile né come interprete né nelle vesti di ideatore della vicenda, e diretto da uno Chabrol ai minimi storici, che si presta a mettere in scena una storiella fragile e debolissima non si sa bene per qualche ragione. Il tracciato spionistico su cui tutto si dovrebbe fondare è infatti esile da qualsiasi punto di vista lo si osservi: non si sobbalza né si sorride mai e i tentativi di autoironia dell'operazione suscitano solo dubbi, tra passaggi grossolani e soluzioni solo abbozzate. Un tentativo, da parte del regista, di riversare la propria eleganza formale su qualcosa di diverso dal solito, ma, pur con qualche isolatissimo guizzo personale, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di barlumi fuori luogo e fuori posto, fagocitati dalla pochezza del resto. Un sequel, altrettanto detestabile e a dir poco rivedibile: La tigre profumata alla dinamite.
Sceneggiato dall'attore protagonista, non memorabile né come interprete né nelle vesti di ideatore della vicenda, e diretto da uno Chabrol ai minimi storici, che si presta a mettere in scena una storiella fragile e debolissima non si sa bene per qualche ragione. Il tracciato spionistico su cui tutto si dovrebbe fondare è infatti esile da qualsiasi punto di vista lo si osservi: non si sobbalza né si sorride mai e i tentativi di autoironia dell'operazione suscitano solo dubbi, tra passaggi grossolani e soluzioni solo abbozzate. Un tentativo, da parte del regista, di riversare la propria eleganza formale su qualcosa di diverso dal solito, ma, pur con qualche isolatissimo guizzo personale, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di barlumi fuori luogo e fuori posto, fagocitati dalla pochezza del resto. Un sequel, altrettanto detestabile e a dir poco rivedibile: La tigre profumata alla dinamite.