La giovane Malvina (Ornella Muti), incinta di sei mesi e senza fissa dimora, viene ospitata da Anna (Hanna Schygulla) e Gordon (Niels Arestrup), coppia in crisi esistenziale. Dopo alcune iniziali incomprensioni, il terzetto troverà un personalissimo equilibrio, destinato a interrompersi tragicamente.

Marco Ferreri torna su un suo tema feticcio, l'apologia della donna, e lo fa servendosi di Dacia Maraini e Piera Degli Esposti come collaboratrici alla sceneggiatura. Un dramma dal forte impianto allegorico, che definisce un universo totalmente virato al femminile, in cui l'uomo è di volta in volta usato come oggetto sessuale («Lì, in estasi, tu e i tuoi sogni. Cosa te ne fai di me, del mio corpo, del mio calore, cosa te ne fai?»), escluso («Esisto, esisto anch'io, vero?»), sbeffeggiato o destinato a una morte assurda e inevitabile. Eccessivamente stilizzato, complesso e ambizioso nel veicolare significati fondamentalmente basici, il film risente di un ritmo catatonico e di un impatto forzatamente straniante, anche se la rappresentazione di periferie sporche e desolate (simbolo di una società ormai ripiegata su se stessa) colpisce nel segno. E la sequenza del ballo di Malvina e Anna in discoteca sulle note di Banana, cantata da Jane Chiquita, metaforica e spiazzante satira sulla virilità del maschio, è talmente caricaturale da risultare funzionalmente spiazzante. Pierangelo Bertoli, non accreditato, appare nei panni di se stesso durante il concerto. Fotografia di Tonino Delli Colli.
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