Non toccare la donna bianca
Touche pas à la femme blanche
Durata
108
Formato
Regista
Parigi, quartiere di Les Halles. Incaricato dal governo di sterminare gli indiani, il generale Custer (Marcello Mastroianni) inizia la sua strategia di battaglia, sostenuto dal generale Terry (Philippe Noiret) e da un servile meticcio (Ugo Tognazzi): finirà male, come insegna la storia.
Marco Ferreri mette in scena tutto il suo disprezzo nei confronti dell'industria cinematografica targata Usa attraverso una farsa ai limiti del nonsense, sceneggiata con Rafael Azcona. Un attacco feroce al capitalismo, veicolato per simbologie e umorismo grottesco («Chi per la patria muor, vissuto è assai. Io invece per la patria vivrò, mica sono uno stronzo»), che destruttura l'apparente positività della missione americana, immolata al progresso, tra inserti demenziali e riferimenti alle miserie degli anni Settanta (il presidente Nixon). Surrealismo dilagante e ambizioni altissime (minare alle basi lo sviluppo attraverso un'antilinearità narrativa apparentemente funzionale), ma il risultato non corrisponde alle aspettative: la provocazione risulta sterile, il meccanismo formale sa di gratuito. Un gioco autoreferenziale divertito e poco divertente per un'opera che poteva rivelarsi assai più incisiva. Cast altalenante: assente e impacciato Marcello Mastroianni, ottimo Ugo Tognazzi. Catherine Deneuve è Marie-Hélène de Boismonfrais, Michel Piccoli (anche produttore) è Buffalo Bill. Musiche di Philippe Sarde, fotografia di Étienne Becker.
Marco Ferreri mette in scena tutto il suo disprezzo nei confronti dell'industria cinematografica targata Usa attraverso una farsa ai limiti del nonsense, sceneggiata con Rafael Azcona. Un attacco feroce al capitalismo, veicolato per simbologie e umorismo grottesco («Chi per la patria muor, vissuto è assai. Io invece per la patria vivrò, mica sono uno stronzo»), che destruttura l'apparente positività della missione americana, immolata al progresso, tra inserti demenziali e riferimenti alle miserie degli anni Settanta (il presidente Nixon). Surrealismo dilagante e ambizioni altissime (minare alle basi lo sviluppo attraverso un'antilinearità narrativa apparentemente funzionale), ma il risultato non corrisponde alle aspettative: la provocazione risulta sterile, il meccanismo formale sa di gratuito. Un gioco autoreferenziale divertito e poco divertente per un'opera che poteva rivelarsi assai più incisiva. Cast altalenante: assente e impacciato Marcello Mastroianni, ottimo Ugo Tognazzi. Catherine Deneuve è Marie-Hélène de Boismonfrais, Michel Piccoli (anche produttore) è Buffalo Bill. Musiche di Philippe Sarde, fotografia di Étienne Becker.