Il principe della città

Primi anni Settanta. Daniel Ciello (Treat Williams), giovane detective della sezione narcotici di New York, è costretto a collaborare con le forze dell'ordine e a denunciare di fronte a una commissione la corruzione dilagante nella polizia. Guai in vista.

Thriller-drama ispirato alla storia vera di Bob Leuci, che dovette testimoniare di fronte alla commissione Knapp e tradire molti dei suoi colleghi. Otto anni dopo Serpico (1973), Lumet torna a indagare il marcio di una società in caduta libera, tratteggiando una spietata analisi sulle contraddizioni del potere mediante un'affilata tensione da inchiesta e un atteggiamento documentaristico che non diventa mai fredda elencazione storica (esemplare, in tal senso, il piano-sequenza sotto la pioggia, che mostra l'incontro tra Ciello e un gruppo di drogati). Il regista, come suo solito, non sceglie strade facili, non fornisce risposte rassicuranti e rivela con lo scorrere dei minuti l'ambiguità del protagonista, costruendo una guerriglia spietata tra polizia e criminalità. Senza tralasciare nulla, il film offre uno spaccato realistico e desolante delle conseguenze delle azioni del singolo che, anche quando puntano a un ideale di giustizia, nascono comunque da un atteggiamento compromissorio: la realtà lumetiana è costellata da un nugolo inestricabile di ombre e luci, che insiste su un'amarezza destinata a colpire nel segno, spingendo a riflettere sul confine (sempre più labile) tra legalità e illegalità. Finale estremamente crudo, che nega la redenzione. Cast in ottima forma, con menzione d'onore per il protagonista Treat Williams. Scritto dal regista con Jay Presson Allen, dal romanzo di Robert Daley.