Io ho paura
Durata
120
Formato
Regista
Dopo un attentato mortale per un giudice e la sua scorta, i poliziotti sono in rivolta: il clima è teso e al brigadiere Ludovico Graziano (Gian Maria Volonté) viene assegnata la scorta del magistrato Cancedda (Erland Josephson), inflessibile uomo di giustizia. Tra i due nasce un rapporto di collaborazione e insieme scopriranno scottanti verità su un caso di terrorismo.
Damiano Damiani in regia e alla sceneggiatura, che firma con Nicola Badalucco, sceglie uno sfondo poliziesco per dare vita a una pellicola di grande impegno civile. Rispetto ad altre pellicole simili, le variazioni sul tema sono sostanziali: Graziano, il poliziotto, non è il solito supereroe della Legge senza macchia, ma semplicemente un uomo che scopre quanto sia duro essere onesti e fare bene il proprio lavoro. Non esiste un dualismo netto e schematico perché il nemico non è solo il terrorismo politico, ma è anche lo Stato stesso: si delinea così un'ambiguità pericolosa quanto realistica, in cui è impossibile capire di chi fidarsi. In Io ho paura, Damiani e Badalucco fanno emergere un quadro ben congegnato in cui si sviluppa una vicenda inquinata da pezzi deviati dello Stato e dalle losche intese tra Servizi segreti e terroristi, un complottismo che si snoda attraverso ottimi colpi di scena e spettacolari sequenze d'azione. A ciò si aggiunga un Volonté superbo, perfetto nel dare volto a un poliziotto che ha paura, che è prima un uomo e poi un professionista alle prese con una realtà dura e dei sentimenti controversi. Tra i migliori lungometraggi di Damiani.
Damiano Damiani in regia e alla sceneggiatura, che firma con Nicola Badalucco, sceglie uno sfondo poliziesco per dare vita a una pellicola di grande impegno civile. Rispetto ad altre pellicole simili, le variazioni sul tema sono sostanziali: Graziano, il poliziotto, non è il solito supereroe della Legge senza macchia, ma semplicemente un uomo che scopre quanto sia duro essere onesti e fare bene il proprio lavoro. Non esiste un dualismo netto e schematico perché il nemico non è solo il terrorismo politico, ma è anche lo Stato stesso: si delinea così un'ambiguità pericolosa quanto realistica, in cui è impossibile capire di chi fidarsi. In Io ho paura, Damiani e Badalucco fanno emergere un quadro ben congegnato in cui si sviluppa una vicenda inquinata da pezzi deviati dello Stato e dalle losche intese tra Servizi segreti e terroristi, un complottismo che si snoda attraverso ottimi colpi di scena e spettacolari sequenze d'azione. A ciò si aggiunga un Volonté superbo, perfetto nel dare volto a un poliziotto che ha paura, che è prima un uomo e poi un professionista alle prese con una realtà dura e dei sentimenti controversi. Tra i migliori lungometraggi di Damiani.