Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica
Durata
101
Formato
Regista
A seguito di un feroce omicidio mafioso, il commissario Bonavia (Martin Balsam), incaricato alle indagini, arriva al boss Lomunno (Luciano Catenacci), ma incriminarlo è difficile. A Bonavia si affianca il procuratore Traini (Franco Nero), ma la collaborazione fra i due renderà il tutto ancor più complicato.
Un poliziottesco teso nel ritmo e nella narrazione, che affronta la Mafia e i suoi tentacoli di potere sviluppandosi attorno a un originale punto di vista: il conflitto tra due uomini di legge, uno scontro di più ampio spessore rispetto al solito Polizia-Mafia. L'opposizione tra i due protagonisti, però, è vittima di una scrittura un po' stereotipata e macchiettistica, che fa perdere presto la notevole verve narrativa iniziale. Damiani riflette in maniera interessante su giustizia e legalità, ma manca il grande guizzo che avrebbe fatto elevare il film sopra la soglia della mediocrità. Risultato: così così.
Un poliziottesco teso nel ritmo e nella narrazione, che affronta la Mafia e i suoi tentacoli di potere sviluppandosi attorno a un originale punto di vista: il conflitto tra due uomini di legge, uno scontro di più ampio spessore rispetto al solito Polizia-Mafia. L'opposizione tra i due protagonisti, però, è vittima di una scrittura un po' stereotipata e macchiettistica, che fa perdere presto la notevole verve narrativa iniziale. Damiani riflette in maniera interessante su giustizia e legalità, ma manca il grande guizzo che avrebbe fatto elevare il film sopra la soglia della mediocrità. Risultato: così così.