Il giorno della civetta
Durata
112
Formato
Regista
Il piccolo imprenditore siciliano Colasberna viene trucidato a colpi di fucile. Sul posto, al momento del delitto, arriva anche il marito di Rosa Nicolosi (Claudia Cardinale), che scompare misteriosamente il giorno dopo. Sul fatto indaga l'inflessibile capitano Bellodi (Franco Nero).
Tratto dal celebre romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, pubblicato nel 1961. Damiani co-sceneggia, assieme all'abile penna di Ugo Pirro, e dirige un solido poliziesco investigativo di impalcatura sociale, ispirato a uno testi più determinanti e iconici, nel suo genere, del secondo dopoguerra italiano. Il regista fa emergere, grazie a una buona padronanza del mezzo filmico e a una consapevolezza critica della vicenda, quanto la mafia possa corrodere l'anima di una comunità silenziandola attraverso la minaccia e tramando nel buio per deviare i fatti e incancrenire l'integrità degli eventi. Deviazioni che si traducono, dal punto di vista visivo, in dei campo-controcampo dei malviventi mentre dialogano, ripresi con inquadrature e focali che deformano i loro volti, metafora perfetta di insabbiamenti e occultamenti all'ordine del giorno. Non manca qualche meccanicità di troppo che fa capolino di tanto in tanto e che, insieme ad alcuni momenti di stanca, pare soffocare il respiro del film impedendogli di spiccare il volo, ma l'opera di Damiani è giustamente entrata nell'immaginario collettivo, anche grazie alle sue ottime interpretazioni: eccezionali la Cardinale e Franco Nero, superlativo Lee J. Cobb.
Tratto dal celebre romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, pubblicato nel 1961. Damiani co-sceneggia, assieme all'abile penna di Ugo Pirro, e dirige un solido poliziesco investigativo di impalcatura sociale, ispirato a uno testi più determinanti e iconici, nel suo genere, del secondo dopoguerra italiano. Il regista fa emergere, grazie a una buona padronanza del mezzo filmico e a una consapevolezza critica della vicenda, quanto la mafia possa corrodere l'anima di una comunità silenziandola attraverso la minaccia e tramando nel buio per deviare i fatti e incancrenire l'integrità degli eventi. Deviazioni che si traducono, dal punto di vista visivo, in dei campo-controcampo dei malviventi mentre dialogano, ripresi con inquadrature e focali che deformano i loro volti, metafora perfetta di insabbiamenti e occultamenti all'ordine del giorno. Non manca qualche meccanicità di troppo che fa capolino di tanto in tanto e che, insieme ad alcuni momenti di stanca, pare soffocare il respiro del film impedendogli di spiccare il volo, ma l'opera di Damiani è giustamente entrata nell'immaginario collettivo, anche grazie alle sue ottime interpretazioni: eccezionali la Cardinale e Franco Nero, superlativo Lee J. Cobb.