Giacomo Solaris (Franco Nero) è un giovane regista che sta raccogliendo informazioni per il suo prossimo film; supportato da un giornale scandalistico, realizza un'opera incentrata sul Palazzo di Giustizia e la presenta a Palermo. La pellicola desta scalpore per via delle malefatte di Alberto Traini, alto magistrato che poco tempo dopo viene ucciso. Solaris, in preda al senso di colpa, comincia a indagare sull'omicidio.

Sfruttando il filone poliziesco che negli anni Settanta stava conoscendo un'ampia e inaspettata fortuna, Damiano Damiani firma questo prodotto di facile presa sul pubblico dell'epoca, ma alla cui visione non possono non saltare all'occhio l'artificiosità di una sceneggiatura a dir poco pasticciata e un senso dello spettacolo poco fluido e male organizzato. La denuncia sociale e politica aveva i suoi capisaldi in Francesco Rosi ed Elio Petri, ed è chiaro che Damiani non regga il confronto. Ne risulta un prodotto rivolto unicamente al pubblico, dotato delle interpretazioni macchiettistiche del suo cast, che in definitiva rappresenta un netto passo indietro nella carriera del regista. Musiche di Riz Ortolani, fotografia di Mario Vulpiani.
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