Picnic alla francese
Le déjeuner sur l'herbe
Durata
91
Formato
Regista
Durante un picnic sull'erba dell'alta società, l'illustre scienziato Etienne Alexis (Paul Meurisse), ricercatore nel campo dell'inseminazione artificiale, è travolto dalla passione verso la bella contadina Nénette (Catherine Rouvel). Il vento della Provenza sconvolgerà la gita in campagna della comitiva.
Tra tutti i film dell'ultimo periodo di Jean Renoir è uno dei più personali, nella sua luminosa, sfrenata gaiezza. Più che di leggerezza si tratta di amabilità, ovvero di quella attitudine di spirito massimamente espressa in questo film ma tipica di tutto il cinema di Renoir, che sintetizza gioia di vivere, eleganza, sincerità, ironia e brio. Il picnic sull'erba, reminiscenza delle vedute pittoriche paterne, è la cornice dentro cui Renoir dipinge una satira allegorica, riuscita a metà, contro la presunta onnipotenza scientifica, che crede di poter dominare i sentimenti e la natura. Personaggio chiave è il pastore Gaspard: con il suo montone e il suo flauto, evidente incarnazione delle divinità Paniche, rappresenta il deus ex machina che scatena la “vendetta” divina contro la compagnia di gitanti. Ed è al culmine della tempesta di vento che Alexis, nei pressi di un tempio pagano consacrato a Diana, dea della caccia e della fertilità femminile, cede al richiamo della carne. Curiosa l'apertura con una trasmissione televisiva, simile a quella di un altro film del regista, Il testamento del mostro (1959).
Tra tutti i film dell'ultimo periodo di Jean Renoir è uno dei più personali, nella sua luminosa, sfrenata gaiezza. Più che di leggerezza si tratta di amabilità, ovvero di quella attitudine di spirito massimamente espressa in questo film ma tipica di tutto il cinema di Renoir, che sintetizza gioia di vivere, eleganza, sincerità, ironia e brio. Il picnic sull'erba, reminiscenza delle vedute pittoriche paterne, è la cornice dentro cui Renoir dipinge una satira allegorica, riuscita a metà, contro la presunta onnipotenza scientifica, che crede di poter dominare i sentimenti e la natura. Personaggio chiave è il pastore Gaspard: con il suo montone e il suo flauto, evidente incarnazione delle divinità Paniche, rappresenta il deus ex machina che scatena la “vendetta” divina contro la compagnia di gitanti. Ed è al culmine della tempesta di vento che Alexis, nei pressi di un tempio pagano consacrato a Diana, dea della caccia e della fertilità femminile, cede al richiamo della carne. Curiosa l'apertura con una trasmissione televisiva, simile a quella di un altro film del regista, Il testamento del mostro (1959).