Nella Cecoslovacchia del 1952, in cui si è appena instaurato un governo comunista filo-sovietico, la sopravvivenza del circo di Karel Cernik (Fredric March) è minacciata dai rigidi e ottusi funzionari statali. Cernik e il suo gruppo tentano una pericolosa fuga verso la Germania occupata dagli americani, ma la presenza di una spia minaccia la riuscita del piano.

L'episodio in assoluto più trascurabile della carriera di Elia Kazan è questo filmetto convenzionale sia per regia che performance attoriali, girato fra due gioielli del calibro di Viva Zapata (1952) e Fronte del porto (1954). Considerate le simpatie liberal dell'autore, risulta strano vederlo impegnato in un film così smaccatamente propagandistico: fu infatti girato poco dopo la sua celebre denuncia di alcuni colleghi al comitato maccartista, quando il pensiero politico di Kazan si fece più ambiguo e rinnegò in parte le idee di gioventù. Dell'abituale fascino dell'universo circense resta ben poco, sebbene il film si ispiri alla vera fuga del circo Brumbach, i cui membri costituiscono buona parte del cast. Oggi è un'opera pressoché dimenticata.
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