Viva Zapata!
Viva Zapata!
Premi Principali
Premio per il miglior attore al Festival di Cannes 1952
Oscar al miglior attore non protagonista 1953
Durata
113
Formato
Regista
Biografia di Emiliano Zapata (Marlon Brando), guerrigliero messicano che tra il 1909 e il 1919 combatté contro la dittatura di Porfirio Diaz (Fay Roope) e i successivi governi militari, per assicurare il diritto alla terra ai peones.
Per raccontare la vita di uno dei rivoluzionari più celebri di sempre, la Fox di Darryl F. Zanuck scomoda un trio di nomi a dir poco interessanti: il regista Elia Kazan, l'attore Marlon Brando, entrambi recentemente consacrati da Un tram che si chiama Desiderio (1951), e il grande romanziere John Steinbeck, chiamato a scrivere la sceneggiatura a partire da Zapata the Unconquerable di Edgecumb Pinchon. Le indubbie e numerose libertà rispetto alla realtà storica (come da tradizione di ogni biopic hollywoodiano) sono pecche perdonabili in questo vitale e trascinante racconto epico, impregnato di avventura, violenza e lirismo. Nella lotta armata di Zapata in nome della democrazia e dell'egualitarismo, Kazan mette in luce sia il sincero idealismo che i lati più oscuri (in particolare, la corruzione e l'ipocrisia del potere politico). La struttura del film – ascesa, caduta, redenzione e martirio del protagonista; amori passionali; amici che si trasformano in traditori – sarà ripresa in decine di film biografici successivi. Un grandioso Brando, premiato al 5° Festival di Cannes, dona fascino e impronta divistica al suo romantico eroe senza tempo, mentre Anthony Quinn conquista il suo primo Oscar come attore non protagonista in un ruolo splendidamente ambiguo. Curiosamente, un film su un personaggio così “sovversivo” uscì in pieno maccartismo, proprio poco dopo la celebre denuncia da parte di Kazan di alcuni colleghi alla commissione delle attività anti-americane.
Per raccontare la vita di uno dei rivoluzionari più celebri di sempre, la Fox di Darryl F. Zanuck scomoda un trio di nomi a dir poco interessanti: il regista Elia Kazan, l'attore Marlon Brando, entrambi recentemente consacrati da Un tram che si chiama Desiderio (1951), e il grande romanziere John Steinbeck, chiamato a scrivere la sceneggiatura a partire da Zapata the Unconquerable di Edgecumb Pinchon. Le indubbie e numerose libertà rispetto alla realtà storica (come da tradizione di ogni biopic hollywoodiano) sono pecche perdonabili in questo vitale e trascinante racconto epico, impregnato di avventura, violenza e lirismo. Nella lotta armata di Zapata in nome della democrazia e dell'egualitarismo, Kazan mette in luce sia il sincero idealismo che i lati più oscuri (in particolare, la corruzione e l'ipocrisia del potere politico). La struttura del film – ascesa, caduta, redenzione e martirio del protagonista; amori passionali; amici che si trasformano in traditori – sarà ripresa in decine di film biografici successivi. Un grandioso Brando, premiato al 5° Festival di Cannes, dona fascino e impronta divistica al suo romantico eroe senza tempo, mentre Anthony Quinn conquista il suo primo Oscar come attore non protagonista in un ruolo splendidamente ambiguo. Curiosamente, un film su un personaggio così “sovversivo” uscì in pieno maccartismo, proprio poco dopo la celebre denuncia da parte di Kazan di alcuni colleghi alla commissione delle attività anti-americane.