Theonis, la donna dei faraoni
Das Weib des Pharao
Durata
100
Formato
Regista
Il re d'Etiopia (Paul Wegener) propone al tirannico faraone Amenes (Emil Jannings) un'alleanza militare e concede al sovrano sua figlia Makeda (Lyda Salmonova) come pegno. Ma il faraone si invaghisce di Theonis (Dagny Servaes), schiava di Makeda, e decide di sposarla, senza preoccuparsi di scatenare una guerra con l'Etiopia. Theonis però ama, ricambiata, Ramphis (Harry Liedtke), figlio dell'architetto del faraone. L'epilogo sarà tragico, sia per i due amanti che per il faraone.
Ultimo film girato in Germania da Lubitsch prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Uno dei più riusciti kolossal firmati dal regista tedesco che guarda alla magniloquenza visiva di Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone, pur senza trascurare la costruzione drammaturgica. Un melodramma che racconta un drammatico triangolo amoroso interrazziale (e interclassista), confezionato con intelligenza e sincera partecipazione, limitando al minimo le facili derive patetiche. Grandioso il lavoro di messa in scena, per cui le gigantesche scenografie e le numerose scene di massa sono orchestrate sapientemente e caricate di profondo valore simbolico: alla grandiosità e allo sfarzo della propria corte, ad esempio, fa da contraltare la grettezza e l'aridità d'animo di un faraone ottimamente interpretato da Emil Jannings. Considerato per lungo tempo perduto, il film è stato restaurato nel 2011 dal Bundesarchiv-Filmarchiv e dal Filmmuseum di Monaco.
Ultimo film girato in Germania da Lubitsch prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Uno dei più riusciti kolossal firmati dal regista tedesco che guarda alla magniloquenza visiva di Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone, pur senza trascurare la costruzione drammaturgica. Un melodramma che racconta un drammatico triangolo amoroso interrazziale (e interclassista), confezionato con intelligenza e sincera partecipazione, limitando al minimo le facili derive patetiche. Grandioso il lavoro di messa in scena, per cui le gigantesche scenografie e le numerose scene di massa sono orchestrate sapientemente e caricate di profondo valore simbolico: alla grandiosità e allo sfarzo della propria corte, ad esempio, fa da contraltare la grettezza e l'aridità d'animo di un faraone ottimamente interpretato da Emil Jannings. Considerato per lungo tempo perduto, il film è stato restaurato nel 2011 dal Bundesarchiv-Filmarchiv e dal Filmmuseum di Monaco.