Il professor Daniele Vallotti (Gabriele Ferzetti) è un famoso chirurgo a capo di una lussuosa clinica privata, in cui i pazienti vengono selezionati in base al reddito. Accecato solo dalla sete di denaro, il medico si troverà a scontrarsi con il suo sottoposto dottor Giordani (Enrico Maria Salerno), professionista onesto deciso a smascherare il suo superiore.

A soli cinque anni di distanza da Il medico della mutua (1968), Luigi Zampa torna a puntare l'indice sulla (mala)sanità italiana. Il regista però cambia completamente tono e sostituisce la commedia malinconica (in cui Sordi era l'indiscusso mattatore) con un più netto e deciso film di denuncia. Bisturi – La mafia bianca non è nient'altro che un oscuro e iperrealistico grido d'accusa verso un sistema marcio in ogni sua parte: un registro non troppo congeniale al regista, decisamente più a suo agio in racconti più leggeri. I contenuti sono importanti, ma la forma un po' grossolana. Il film rappresentò l'Italia in concorso al Festival di Cannes 1973 assieme ad altri tre titoli: Film d'amore e d'anarchia di Lina Wertmüller, La grande abbuffata di Marco Ferreri e Vogliamo i colonnelli di Mario Monicelli.
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