Una maestra del nord Italia (Jennifer O'Neill) viene trasferita a Ragusa, a causa del suo atteggiamento libertino e spregiudicato. La donna dovrà scontrarsi con le difficoltà di un luogo in cui la criminalità regna sovrana.

Tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Fava, Gente di rispetto è l'ennesimo passo falso nella carriera di un regista che, dopo questo, girerà solo altri due film. Si tratta di un mafia-movie di grana grossa, capace di schivare (forse involontariamente) qualche luogo comune di troppo, ma che perde completamente credibilità a causa di un personaggio principale a dir poco bizzarro. La O'Neill, infatti, subisce degli sbalzi umorali insostenibili per qualsiasi altra donna, passando dalle violenze subite agli amori sbocciati istantaneamente. Una figura fuorviante innestata in un già mediocre racconto, lontano anni luce dalla Sicilia narrata con brillante lucidità da Zampa in Anni difficili (1948) e Anni facili (1953).
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