La giovane attrice Julie (Kristy McNichol) soccorre uno splendido cane che ha investito per sbaglio e decide di adottarlo. Ben presto, però, scopre che l'animale è stato addestrato ad aggredire le persone di colore. Dal romanzo Chien Blanc del francese Romain Gary, Samuel Fuller scrive in coppia con Curtis Hanson (futuro regista di L.A. Confidential del 1997) e dirige questa dura allegoria del razzismo come male endemico della società americana. Thriller tesissimo e crudele, con una costruzione della suspense che ricorda vagamente il cinema di De Palma, fu censurato da Paramount Pictures che bloccò la distribuzione delle sale optando per un passaggio sui canali via cavo. Il motivo: il film, ironia della sorte, fu accusato di istigazione all'odio razziale, nonostante l'intento fosse chiaramente opposto. Ebbe maggior fortuna in Europa ed è oggi considerato un cult, sebbene l'impianto metaforico funzioni fino a un certo punto e l'abilità del regista sia piuttosto appannata. Contiene una curiosa frecciatina al cinema ipertecnologico, nella scena in cui il personaggio di Burl Ives gioca a freccette con il droide R2-D2 della saga di Star Wars. Il regista appare in un piccolo ruolo.