Amore all'ultimo morso
Innocent Blood
Durata
112
Formato
Regista
A Pittsburgh, l'avvenente vampira Marie (Anne Parillaud) vive di sesso, cibo e solitudine, seguendo il suo personale codice “etico”: uccidere e nutrirsi solo di persone malvagie. Desiderosa di “cibo italiano”, una notte avvicina la mafia locale e circuisce il boss Sal Macelli (Robert Loggia). Tuttavia non lo decapita, e l'errore si rivelerà fatale: il malavitoso risorge, più assetato di sangue e potere che mai.
Sono lontani i fasti di Un lupo americano mannaro a Londra (1981) per John Landis: per il suo ritorno all'horror il regista americano punta sull'attrice francese Anne Parillaud – alla prima apparizione statunitense, dopo Nikita (1990) di Luc Besson – e su una curiosa, ma inefficace, commistione di vampirismo e crime-movie. Sorretto da una colonna sonora compiaciuta e dalla generosità della sua protagonista, Amore all'ultimo morso strizza l'occhio al citazionismo e al grottesco, con la solita dose di camei che mandano in solluchero i cinefili più accaniti: dal coroner Frank Oz al macellaio Sam Raimi, dal barelliere Dario Argento al fotografo Tom Savini. Qualcosa qua è là funziona, e il soggetto, per quanto bislacco, resiste alla prova dei necessari “spiegoni” iniziali. Ma col passare dei minuti – e soprattutto dopo il turning point di metà film – l'ingranaggio si inceppa e perde di tensione e ritmo, rallentando fino alla noia e alla deriva romantica. I “terribili” anni '90 per Landis, iniziati con il fiacco ed evitabile Oscar – Un fidanzato per due figlie (1991), proseguiranno con Beverly Hills Cop III – Un piedipiatti a Beverly Hills III (1994) e Blues Brothers – Il mito continua (1998).
Sono lontani i fasti di Un lupo americano mannaro a Londra (1981) per John Landis: per il suo ritorno all'horror il regista americano punta sull'attrice francese Anne Parillaud – alla prima apparizione statunitense, dopo Nikita (1990) di Luc Besson – e su una curiosa, ma inefficace, commistione di vampirismo e crime-movie. Sorretto da una colonna sonora compiaciuta e dalla generosità della sua protagonista, Amore all'ultimo morso strizza l'occhio al citazionismo e al grottesco, con la solita dose di camei che mandano in solluchero i cinefili più accaniti: dal coroner Frank Oz al macellaio Sam Raimi, dal barelliere Dario Argento al fotografo Tom Savini. Qualcosa qua è là funziona, e il soggetto, per quanto bislacco, resiste alla prova dei necessari “spiegoni” iniziali. Ma col passare dei minuti – e soprattutto dopo il turning point di metà film – l'ingranaggio si inceppa e perde di tensione e ritmo, rallentando fino alla noia e alla deriva romantica. I “terribili” anni '90 per Landis, iniziati con il fiacco ed evitabile Oscar – Un fidanzato per due figlie (1991), proseguiranno con Beverly Hills Cop III – Un piedipiatti a Beverly Hills III (1994) e Blues Brothers – Il mito continua (1998).