Ridere per ridere

Sul filo conduttore dello zapping, si svolge una giornata di trasmissioni di un'ipotetica emittente televisiva. Il palinsesto contiene telegiornali, presunte pubblicità progresso, improbabili interviste, trailer cinematografici e persino un intero cortometraggio, A Fistful of Yen, canzonatura del filone kung fu e di I 3 dell'Operazione Drago (1973).

Per il suo secondo lavoro da regista dopo Slok (1973), Landis si avvale della scrittura dell'allora sconosciuto gruppo ZAZ (David Zucker, Jim Abrahams, Jerry Zucker), successivamente autori di L'aereo più pazzo del mondo (1980), Top Secret! (1984) e Una pallottola spuntata (1988). Si ride per il semplice gusto di ridere – come suggerisce il titolo italiano – anche se qua e là affiora in modo più deciso la satira giornalistica e televisiva già accennata da Landis agli esordi. Il saggio di demenzialità assortita spazia dalla blaxpliotation all'estrazione dell'olio dai brufoli dei giovani teenager americani, dal courtroom drama agli effetti speciali “artigianali” di un cinema all'avanguardia, fino al picco di trivialità erotica di Catholic High School Girls in Trouble. L'ingranaggio non sempre funziona, e gli episodi più banali finiscono forse per appiattire le indubbie qualità d'insieme dell'opera. Il trio Zucker-Abrahams-Zucker fa le prove per l'esplosione parodica degli anni a venire, mentre Landis affina le sue abilità registiche senza però imprimere appieno la propria impronta d'autore. Apparizioni di Donald Sutherland, Bill Bixby e George Lazenby, James Bond per una sola volta in Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà (1969).