
L'asso di picche
Cerný Petr
Durata
85
Formato
Regista
Il sedicenne Petr (Ladislav Jakim) viene spinto dal padre a lavorare come guardiano in un supermercato, ma il ragazzo è più interessato a bighellonare con gli amici e a puntare le sue coetanee.
L'esordio alla regia del regista ceco Miloš Forman è un'indagine girata in un raffinato bianco e nero sul mondo dei teenager: lungi dal voler dipingere un quadro tetro o politicamente impegnato, il cineasta si limita a pedinare gli adolescenti nella loro spensierata frenesia, carica di piccoli dolori e della goffaggine con cui si approcciano alle più disinvolte ragazze. Senza una precisa trama, secondo i dettami del nuovo cinema europeo di rottura nato all'inizio degli anni '60, si avvicendano sequenze pittoriche di danze (il lungo inserto del ballo), concerti, canzoni, inseguimenti (Petr alle prese con un taccheggiatore), scambi, in un flusso di parole e movimento tipicamente figlio del suo tempo. La gioia venata di angoscia che caratterizza la prima giovinezza, fatta di risate e silenzi, di estremi e divari incolmabili, viene fotografata da Forman con un occhio clinico che già lascia trapelare la sua futura identità di autore sensibile, ironico e visionario. Fra Truffaut e Andy Warhol, un esordio aggraziato e intelligente per raccontare le piccole meraviglie tristi del quotidiano. Primo premio al Festival di Locarno.
L'esordio alla regia del regista ceco Miloš Forman è un'indagine girata in un raffinato bianco e nero sul mondo dei teenager: lungi dal voler dipingere un quadro tetro o politicamente impegnato, il cineasta si limita a pedinare gli adolescenti nella loro spensierata frenesia, carica di piccoli dolori e della goffaggine con cui si approcciano alle più disinvolte ragazze. Senza una precisa trama, secondo i dettami del nuovo cinema europeo di rottura nato all'inizio degli anni '60, si avvicendano sequenze pittoriche di danze (il lungo inserto del ballo), concerti, canzoni, inseguimenti (Petr alle prese con un taccheggiatore), scambi, in un flusso di parole e movimento tipicamente figlio del suo tempo. La gioia venata di angoscia che caratterizza la prima giovinezza, fatta di risate e silenzi, di estremi e divari incolmabili, viene fotografata da Forman con un occhio clinico che già lascia trapelare la sua futura identità di autore sensibile, ironico e visionario. Fra Truffaut e Andy Warhol, un esordio aggraziato e intelligente per raccontare le piccole meraviglie tristi del quotidiano. Primo premio al Festival di Locarno.