Dopo 20 anni di prigione per aver ucciso il presunto molestatore di sua moglie, l'ex barbiere Salvatore (Totò) torna in libertà: scopre che i suoi cognati si sono arricchiti con i risparmi degli ebrei deportati e che la sua ex moglie è incinta di un parente. Inorridito, cercherà di tornare in carcere.

Curiosa incursione di Rossellini nella commedia agrodolce e moralista, con un Totò efficacemente contenuto e sottilmente tragicomico. A lungo considerata un'opera minore del regista romano, Dov'è la libertà? è un prodotto senza dubbio sgangherato, che porta i segni dei diversi problemi produttivi che attraversò (Rossellini iniziò le riprese per poi disinteressarsi al progetto, venendo sostituito in ordine da Monicelli, Fulci e Fellini), ma che rappresenta una delle più taglienti e feroci critiche dell'Italia del dopoguerra: un paese moralmente imputridito e ipocrita, dove i benestanti sono coloro che hanno saputo tenere il piede in due scarpe durante il periodo della Liberazione. Interessante, benché imperfetto. Per ovvi motivi di censura (la descrizione del paese non piacque alla Dc) rimase bloccato per più di due anni dalla distribuzione.
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