Finalement

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127

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Regista

Lino Massaro (Kad Merad) è un uomo in giro nel Nord della Francia. Di incontro in incontro, ha occasione di parlare con molte persone, alle quali offre delle considerazioni sulla sua vita, spesso mentendo e facendo proprie le vicende dei clienti che ha difeso quando era un avvocato. Lo aspetta un bilancio esistenziale che gli consentirà di appurare che tutto ciò che ci accade, quando viviamo, ci accade per il nostro bene. 

Giunto ormai all’età di 86 anni, il regista francese Claude Lelouch si concede un soave e leggiadro testamento, che riepiloga nostalgicamente un po’ tutta la carriera del maestro transalpino e si pone anche esplicitamente come fiaba musicale d’autore. I toni sono volutamente esili e sconnessi, con un continuo andirivieni tra diverse situazioni, vellutati e malinconici inserti musicali, scenette da avanspettacolo e altre più pensose e meditative. Nonostante i molti elementi sfilacciati dell’operazione, è impossibile non rilevare come la vitalità espressa da Lelouch sia contagiosa e in grado di abbracciare la vita (anche quando essa “avrebbe bisogno di un avvocato”) con un candore e una semplicità di rara leggerezza e dunque anche di eccezionale saggezza. Permeato da un solare ottimismo bonario, ma fortunatamente quasi mai stucchevole, Finalement (il cui titolo, traducibile con “alla fine”, ne esplicita il valore testamentario), trova nella star franco-algerina Kad Merad, storico interprete di Giù al nord (2008), un ideale alter ego chiamato a sintetizzare e a incarnare con la sua istintiva paciosità molti pensieri e commiati apertamente lelouchiani, all’insegna di un inguaribile ottimismo del bisogno dell’uomo “di amare ed essere amato”, oltre che di mentire serialmente per sfuggire a un ormai grigia vita familiare che gli sta sempre più stretta e al frastuono di un mondo che gli suona estraneo e insensato. La musica, nell’organizzazione del film, riveste anche un ruolo centrale di musa ispiratrice, e nonostante i tanti siparietti (significativi quelli dell’incontro con “Dio” e con Gesù i suoi discepoli) si amalgama perfettamente al contagioso brio delle atmosfere, configurandosi, come dice esplicitamente il film, come “la migliore delle medicine”. Il nome del protagonista che viaggia dalla Normandia ad Avignone, Lino Massaro, è lo stesso del personaggio interpretato da Lino Ventura ne L'avventura è l’avventura (1972), uno dei film più celebri di Lelouch, tra l’altro esplicitamente auto-omaggiato in più momenti, fino ai titoli di coda (tra i film celebrati spiccano anche I ponti di Madison County e La grande illusione). Françoise Fabian, interprete di Una donna e una canaglia (1973), interpreta qui la madre di Lino. Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, edizione in cui Lelouch è stato anche insignito con il Premio Cartier Glory to the Filmmaker.
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