Tullio Conforti (Alberto Sordi) è un ricco industriale del settore tessile, religioso e apertamente contro il divorzio. In realtà vive separato dalla moglie e dedica ogni giorno della settimana a un'amante diversa, eccetto la domenica: quello è l'unico momento in cui riesce a godersi un po' di riposo.

Alberto Sordi non perde tempo e, sull'onda del successo di Fumo di Londra (1966), nello stesso anno scrive, dirige e interpreta il suo secondo lungometraggio da regista: il risultato, però, è inferiore rispetto all'esordio. Il tema è quello scottante del divorzio, trattato qui in maniera dissacrante, anche se un poco scontata. Il film si dilunga esageratamente (129 minuti) e patisce l'eccessiva frammentazione in molteplici sketch alla lunga ripetitivi, con le amanti del protagonista che passano in rassegna. Ricco cast femminile, che vanta Anita Ekberg, Silvana Mangano, Giulietta Masina, Bibi Andersson, Paola Pitagora, Laura Antonelli, Franca Marzi, Tina Aumont e Caterina Boratto. Sceneggiatura scritta a sei mani, con la collaborazione di Sergio Amidei e Dario Argento. Quest'ultimo appare anche in un piccolo cameo nel ruolo di un prete.
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