Dopo un'aggressione del marito tossicodipendente (Jean-Claude Drouot) ai danni del figlio, Hélène (Stéphane Audran) decide di chiedere il divorzio e trova un alloggio provvisorio in una locanda vicino all'ospedale dove è ricoverato il piccolo. Ma il suocero (Michel Bouquet), più che benestante, non ha nessuna intenzione di lasciarle la custodia del nipote e assume un uomo senza scrupoli, Paul (Jean-Pierre Cassel), per ingannarla e rovinarle la reputazione. Prendendo spunto dal romanzo The Balloon Man di Charlotte Armstrong (la stessa autrice da cui nascerà nel 2000 Grazie per la cioccolata), con All'ombra del delitto Chabrol, reduce dalla prova de Il tagliagole (1970), azzarda tempi e modi narrativi inusuali, con uno scoppio di tensione immediato e un tortuoso e stravagante percorso verso il finale allucinatorio e quasi psichedelico. Nel mistero accresciuto dalla sinistra colonna sonora e dai personaggi tragicomici della locanda, la cospirazione inizialmente macchinosa di Paul (un bravo Cassel) ai danni di Hélène (Stéphane Audran) si tinge di atmosfere intriganti solamente troppo tardi: è un film che cresce alla distanza, ma fatica davvero troppo a carburare e a coinvolgere come dovrebbe. Si nota comunque l'occhio chabroliano per l'oscurità nascosta nei tessuti della società borghese di contro a un'umanità abbandonata e sotterranea, al contempo l'unica veramente pura e salvifica. Piccola comparsa del regista nella scena del tram.