Il tagliagole
Le boucher
Durata
93
Formato
Regista
Hélène (Stéphane Audran), una insegnante di scuola elementare, e Popaul (Jean Yanne), un macellaio, si conoscono a un matrimonio e stringono un legame, che però non si schioda dalla semplice amicizia. Il paese nel quale ha avuto luogo l'unione viene però funestato da una sequenza di omicidi e una macabra scoperta porterà la donna a sospettare proprio di Popaul.
Uno dei più celebri lavori di Chabrol, orchestrazione millimetrica di tensione e seduzione, dove ciò che è ignoto, ma anche ciò che è suggerito, assume un potere inquietante e insieme affascinante, amplificando l'attesa di chi guarda, le sue paure e i suoi tremori. Il regista, da sempre fedele alla propria “passione” per i torbidi segreti della provincia, dirige una storia incentrata sulle figure basiche di un uomo e una donna e su un'attrazione improvvisamente alterata da connotati mostruosi che non esitano a stagliarsi all'orizzonte, indicando la via (e non è mai la strada più sicura) piuttosto che mostrandola esplicitamente, in un gioco al gatto col topo in cui lo spettatore è pedina dell'intreccio imbastito. Una immersione nel cuore di tenebra della provincia francese girato come un giallo al vetriolo, con crudeltà ma anche con eleganza, senza sconti di alcun tipo per nessuno e con una raffinatezza stilistica che sa di alta scuola. Pregevole.
Uno dei più celebri lavori di Chabrol, orchestrazione millimetrica di tensione e seduzione, dove ciò che è ignoto, ma anche ciò che è suggerito, assume un potere inquietante e insieme affascinante, amplificando l'attesa di chi guarda, le sue paure e i suoi tremori. Il regista, da sempre fedele alla propria “passione” per i torbidi segreti della provincia, dirige una storia incentrata sulle figure basiche di un uomo e una donna e su un'attrazione improvvisamente alterata da connotati mostruosi che non esitano a stagliarsi all'orizzonte, indicando la via (e non è mai la strada più sicura) piuttosto che mostrandola esplicitamente, in un gioco al gatto col topo in cui lo spettatore è pedina dell'intreccio imbastito. Una immersione nel cuore di tenebra della provincia francese girato come un giallo al vetriolo, con crudeltà ma anche con eleganza, senza sconti di alcun tipo per nessuno e con una raffinatezza stilistica che sa di alta scuola. Pregevole.