Un affare di donne

Une affaire de femmes

Premi Principali

Coppa Volpi per la miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia 1988

Anno

Paese

Generi

Durata

108

Formato

Regista

Nella Francia occupata della Seconda guerra mondiale, Marie Latour (Isabelle Huppert) vive in modeste condizioni con i due sue bambini e il marito invalido; per inseguire il sogno di diventare una cantante e per garantire alla famiglia uno stile di vita migliore, comincia a praticare aborti clandestini a pagamento.

Dopo Violette Nozière (1978), la coppia Chabrol-Huppert torna a rappresentare sul grande schermo l'ambigua moralità e il femminismo primordiale di una figura realmente esistita (Marie-Louise Giraud, una delle ultime donne francesi a essere condannate alla ghigliottina) e processata per i comportamenti avversi ai costumi cristiani e sociali vigenti nella Francia collaborazionista del Governo di Vichy. Liberamente ispirato al romanzo Une affaire de femmes di Francis Szpiner, il film è la parabola di una graduale presa di coscienza politica: dall'inconsapevolezza e dall'illusione proprie di una donna senza educazione né famiglia, Marie arriva a difendere lucidamente la condizione femminile davanti agli avvocati che la ignorarono di fronte alla “questione morale” dello Stato, giungendo infine al patibolo in blasfemia (con una battuta che scatenò non poche polemiche all'uscita del film). Come in Violette Nozière, Chabrol accompagna il percorso della protagonista da testimone, con un distacco lungi dall'essere ammonitore ma, bensì, premonitore: l'indugiare inquieto sui dettagli (il pentolino in cui Marie bolliva l'acqua per l'aborto, i coltelli, l'oca sgozzata) non annuncia il conflitto morale, ma le ripercussioni di un esterno che rimane fuori dall'inquadratura fino alla fine (la guerra, la deportazione, la legge). La Huppert, supportata dalle presenze di Cluzet e della Trintignant, media perfettamente il ruolo complicato di madre rigida (almeno con il primogenito maschio), di amante infantile, donna ingenua e contemporaneamente eversiva: vinse la Coppa Volpi alla 45ª Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia in ex aequo con Shirley MacLaine per Madame Sousatzka (1987) di John Schlesinger.
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