La tregua
1997
Paesi
Italia, Francia, Germania, Svizzera
Generi
Drammatico, Storico
Durata
125 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Francesco Rosi
Attori
John Turturro
Rade Šerbedžija
Massimo Ghini
Stefano Dionisi
Claudio Bisio
Andy Luotto
Nel gennaio del 1945 il campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, è liberato dalle truppe dell'Armata Rossa. Prima del ritorno in patria una nuova odissea attende i prigionieri italiani superstiti. Tra questi, il torinese Primo Levi (John Turturro).

Ultimo lungometraggio diretto da Francesco Rosi, frutto di una gestazione lunga e complessa. Nel portare sullo schermo questo specifico scritto di Levi, Rosi ha scelto di evitare ogni forma di rappresentazione diretta delle atrocità nazista. La tregua è concepito infatti, già nella sua forma letteraria, come un diario di viaggio che accompagna il recupero dell'umanità perduta nei deportati. Se quindi l'accusa mossa al film di essere troppo tenero o addirittura filonazista non sussiste visto l'oggetto stesso del racconto, sono altri i problemi che rendono l'ultima opera del regista napoletano poco riuscita. È nella caratterizzazione dei personaggi che la pellicola mostra i limiti più evidenti. Turturro si sforza, anche eccessivamente, di imprimere una carica di umana sofferenza al personaggio di Levi, col risultato di trasformarlo in una esangue figura monocolore. I personaggi di contorno, ognuno caratterizzato da un marcato regionalismo italico, scadono invece nella macchietta, e introducono nella narrazione momenti di commedia, se non di comicità, in maniera troppo brusca. Non aiuta il pesante doppiaggio italiano di tutti i personaggi, connotato spesso con ridicole inflessioni. L'imponenza delle scenografie e la cura nella ricostruzione storica non bastano a sollevare le sorti di un lungometraggio fino alla fine flebile e indeciso, in precario equilibrio tra levità e dramma.
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