Buena Vista Social Club
Buena Vista Social Club
Durata
105
Formato
Regista
Tre anni dopo l'uscita dell'album Buena Vista Social Club, Wim Wenders accompagna Ry Cooder a Cuba per raccontare in un documentario la genesi di uno straordinario e unico progetto di recupero musicale.
Da sempre interessato alla musica come componente imprescindibile di ogni viaggio, Wenders in questo ispirato documentario musicale segue il percorso iniziato dall'amico Ry Cooder nel 1996, quando il chitarrista iniziò a ricercare esponenti della musica cubana tradizionale per una serie di registrazioni. Molte della figure che nel dopoguerra avevano goduto di enorme popolarità, con il passare degli anni, erano finite nel dimenticatoio e a diversi grandi artisti le dure condizioni socio-economiche dell'isola avevano impedito del tutto di continuare l'attività musicale. Nel film di Wenders, che ne racconta la vita e la musica, i loro volti tornano a brillare di una giovinezza mai perduta, in un omaggio tanto tardivo quanto necessario. Tra i tanti, impossibile non citare le voci di Compay Segundo, Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo, il pianoforte di Rubén González, la chitarra di Eliades Ochoa. Gran parte del film risuona della loro musica, catturata da Wenders con fluidi e avvolgenti movimenti di macchina che ne esaltano la purezza e la restituiscono al nostro ascolto con rinnovata freschezza.
Da sempre interessato alla musica come componente imprescindibile di ogni viaggio, Wenders in questo ispirato documentario musicale segue il percorso iniziato dall'amico Ry Cooder nel 1996, quando il chitarrista iniziò a ricercare esponenti della musica cubana tradizionale per una serie di registrazioni. Molte della figure che nel dopoguerra avevano goduto di enorme popolarità, con il passare degli anni, erano finite nel dimenticatoio e a diversi grandi artisti le dure condizioni socio-economiche dell'isola avevano impedito del tutto di continuare l'attività musicale. Nel film di Wenders, che ne racconta la vita e la musica, i loro volti tornano a brillare di una giovinezza mai perduta, in un omaggio tanto tardivo quanto necessario. Tra i tanti, impossibile non citare le voci di Compay Segundo, Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo, il pianoforte di Rubén González, la chitarra di Eliades Ochoa. Gran parte del film risuona della loro musica, catturata da Wenders con fluidi e avvolgenti movimenti di macchina che ne esaltano la purezza e la restituiscono al nostro ascolto con rinnovata freschezza.