Anselm

Wim Wenders racconta Anselm Kiefer, scultore tedesco, specializzato in lavori con cemento e acciaio. Attraverso le opere dell'artista, Wenders racconta anche la sua vita e su come la Germania in cui è cresciuto abbia influenzato la sua arte.

Wenders omaggia Kiefer: in questo documentario si conferma la buona mano del regista tedesco nel realizzarei dei lungometraggi biografici, dedicati a grandi artisti. Come ne Il sale della terra, dedicato al fotografo Sebastião Salgado, o in Pina, un tributo a Pina Bausch e al teatrodanza, Wenders punta sul 3D per farci sentire in maniera quasi tattile la spettacolarità delle opere di Kiefer che,  con le sue strane torri, i suoi cubi giganti e i suoi passaggi sotterranei, ha una forza già di per sé pienamente cinematografica. Questo film è sicuramente uno sguardo sulle sue opere più importanti ma anche sui suoi pensieri e sulla sua filosofia di vita: le parti più affascinanti sono quelle prive di parole, in cui seguiamo semplicemente Kiefer al lavoro, ma è ottimo anche il lavoro del regista tedesco sui materiali di repertorio, capaci di impreziosire la visione complessiva. Molto meno efficaci e necessari, invece, sono i momenti "recitati", in cui vediamo un bambino che interpreta il giovane Kiefer: meno sinceri e spontanei del resto dell'operazione, risultano facilmente trascurabili e ben poco necessari. A ogni modo, Wenders crea belle suggestioni audiovisive e il film fa bene il suo dovere, anche grazie a una stereoscopia che accresce la forza iconografica delle immagini mostrate. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.