Un gruppo di ragazzi per via di una strada chiusa è costretto a rifugiarsi in un vecchio Hotel. Peccato che esso in realtà sia abbandonato e gestito dagli spettri dei vecchi albergatori che furono una famiglia di assassini. 

Facente parte della serie "case maledette" insieme a La casa del sortilegio, sempre dello stesso Lenzi, La casa nel tempo e La dolce casa degli orrori di Lucio Fulci, è forse il peggiore di questo povero ciclo prodotto da Reteitalia e Mediaset, poi mai andato in onda per l'eccessiva violenza. Lenzi non è a suo agio in questa pellicola e lo si nota dalla piatta regia e dalla sceneggiatura insulsa e troppo derivativa. Il budget ridotto all'osso non è ben sfruttato e gli attori sono inqualificabili. Non aiutano i pessimi trucchi gore di Giuseppe Ferranti (celebre la scena del bambino decapitato nella lavatrice) e la debolissima fotografia del compianto Giancarlo Ferrando. Uno dei punti più bassi di un artigiano del cinema nostrano che nel suo piccolo seppe dare un contributo al genere.
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