Barcellona. Comitiva di turisti americani si trova vittima di una serie di agghiaccianti omicidi compiuti da un maniaco seriale in impermeabile rosso che, come segno distintivo delle sue efferate azioni, cava gli occhi alle vittime dopo averle uccise a coltellate. Sarà il pubblicitario Mark (John Richardson), inizialmente sospettato dalla polizia, a fare luce sul caso.

Tardo, stanco e improponibile esempio di thriller all'italiana che unisce intreccio giallo e porno soft annacquato, Gatti rossi in un labirinto di vetro rappresenta uno dei punti più bassi di un genere di grande successo nei primi anni '70. La traccia mystery sembra il pretesto per una visita guidata di Barcellona, gli omicidi alla luce del sole non trasmettono la benché minima tensione e, soprattutto, il movente che alimenta la furia dell'insospettabile (?) assassino è talmente insensato da sfociare nel ridicolo. I plagi da altri film dello stesso filone si sprecano. Invadenti musiche di Bruno Nicolai. Bello il titolo a effetto. E basta.
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