Pierino la peste alla riscossa
Durata
84
Formato
Regista
Pierino (Giorgio Ariani) combina casini al maestro, al padre farmacista, alla nonna, al barista, ai contadini e a chiunque altro gli capiti a tiro.
Abile e prolifico regista di genere, Umberto Lenzi accetta svergognatamente di dirigere un ignobile prodotto del filone pierinesco, iniziato da Marino Girolami con Pierino contro tutti (1981), per battere quel ferro finché è caldo. Di potenzialmente positivo rispetto ai film con Alvaro Vitali (già di per sé imbarazzanti) c'è ben poco, vista anche la totale assenza di una trama degna di tale nome, a parte forse l'efficacia grottesca del suo protagonista: con la sua corpulenza, i capelli a cespuglio e la voce da cornacchia, Giorgio Ariani sembra a suo modo congeniale a un'operazione sfacciatamente sconnessa e sboccata. Di più: il modo abietto e privo di freni con cui viene stupidamente maciullata ogni sorta di minoranza o categoria umana sembra quasi un concentrato "politically uncorrect" che può far pensare a serie d'animazione, come I Griffin o South Park, chiaramente in una chiave ante litteram (senza però la benché minima arguzia di alcune gag delle serie citate), ma tutto è comunque solo un insieme malandato di sciocche barzellette appiccicate, volgarità indigeribili e spreco di attori del calibro di Mario Brega e Renzo Montagnani. Per chi vuole farsi del male.
Abile e prolifico regista di genere, Umberto Lenzi accetta svergognatamente di dirigere un ignobile prodotto del filone pierinesco, iniziato da Marino Girolami con Pierino contro tutti (1981), per battere quel ferro finché è caldo. Di potenzialmente positivo rispetto ai film con Alvaro Vitali (già di per sé imbarazzanti) c'è ben poco, vista anche la totale assenza di una trama degna di tale nome, a parte forse l'efficacia grottesca del suo protagonista: con la sua corpulenza, i capelli a cespuglio e la voce da cornacchia, Giorgio Ariani sembra a suo modo congeniale a un'operazione sfacciatamente sconnessa e sboccata. Di più: il modo abietto e privo di freni con cui viene stupidamente maciullata ogni sorta di minoranza o categoria umana sembra quasi un concentrato "politically uncorrect" che può far pensare a serie d'animazione, come I Griffin o South Park, chiaramente in una chiave ante litteram (senza però la benché minima arguzia di alcune gag delle serie citate), ma tutto è comunque solo un insieme malandato di sciocche barzellette appiccicate, volgarità indigeribili e spreco di attori del calibro di Mario Brega e Renzo Montagnani. Per chi vuole farsi del male.