Ginger e Fred
Durata
125
Formato
Regista
Amelia (Giulietta Masina) e Pippo (Marcello Mastroianni), in arte Ginger e Fred, sono due ballerini di tip tap ormai piuttosto avanti con l'età. Disincantata lei e sempre più stempiato lui, si ritrovano con parecchie primavere sul groppone. Ma il destino ha in serbo per loro la possibilità di tornare a esibirsi insieme per l'ultima volta.
Una donna a un certo punto chiede a Ginger: «Da quant'è che non lavora? Vent'anni, venticinque?», come a marcare a livello temporale, in maniera beffarda, l'involuzione e il degrado di quello che sarà il ventennio successivo. L'apogeo delle tv via cavo e dell'universo del tubo catodico di stampo berlusconiano (citato indirettamente nel film in qualità di “cavalier Fulvio Lombardoni”) è inquadrato da Federico Fellini con nostalgia sbilenca e ammaccata per il tempo che fu. Al posto dei girotondi felliniani qui a prevalere tragicamente è il caos ammassato dei televisori sempre accesi ovunque, dei provini e della fauna umana decerebrata, che prolifera di pari passo con la nascita di canali e reti. Venditori ambulanti, attricette, personaggi balzani: un dedalo che è un calderone indistinto, sopra il quale Fellini fa svettare magnificamente la crepuscolare, dolcissima poesia dei suoi due protagonisti, che esplode tutta nel finale («Siamo fantasmi che vengono dal buio e dal buio se ne vanno»). Un vero e proprio atto di resistenza, contro il conformismo imperante di un dilagante squallore. Alcuni momenti della prima metà somigliano a un incubo notturno senza via d'uscita. Tra i tanti volti noti in scena, appare anche la pornostar Moana Pozzi.