Maddalena... zero in condotta
Durata
79
Formato
Regista
Allieva in una scuola privata femminile, la giovane Maddalena Lenci (Carla Del Poggio) spedisce per errore una lettera romantica, destinata a un interlocutore immaginario e scritta dalla sua insegnante Elisa Malgari (Vera Bergman). La missiva finisce nelle mani dell'aitante Alfredo Hartman (Vittorio De Sica): frantendimenti e colpi di scena in agguato.
Seconda regia per Vittorio De Sica, che adatta (con Ferruccio Biancini, Aldo De Benedetti e Sergio Pugliese) la pièce di László Kádár Magdát Kicsapják, già fonte d'ispirazione per l'omonima pellicola (1938) dell'ungherese Ladislao Vajda. Messa in scena più che convenzionale e stereotipi dilaganti: una classica commedia degli equivoci a sfondo sentimentale, che si ispira stilisticamente al cinema dei “telefoni bianchi”, senza particolari guizzi di originalità. Le psicologie dei personaggi, delineate in modo abbastanza superficiale, virano spesso alla caricatura e alcuni momenti (il valzer tra De Sica e Vera Bergman) appaiono stonati; il ritmo, in ogni caso, è frizzante e la sotterranea messa in ridicolo dei professori e dei loro metodi educativi si rivela a tratti assai incisiva. Divertente e non banale la sequenza in cui Alfredo ed Elisa divagano circa la presunta superiorità dei sogni sulla realtà. Musiche di Nuccio Fiorda.
Seconda regia per Vittorio De Sica, che adatta (con Ferruccio Biancini, Aldo De Benedetti e Sergio Pugliese) la pièce di László Kádár Magdát Kicsapják, già fonte d'ispirazione per l'omonima pellicola (1938) dell'ungherese Ladislao Vajda. Messa in scena più che convenzionale e stereotipi dilaganti: una classica commedia degli equivoci a sfondo sentimentale, che si ispira stilisticamente al cinema dei “telefoni bianchi”, senza particolari guizzi di originalità. Le psicologie dei personaggi, delineate in modo abbastanza superficiale, virano spesso alla caricatura e alcuni momenti (il valzer tra De Sica e Vera Bergman) appaiono stonati; il ritmo, in ogni caso, è frizzante e la sotterranea messa in ridicolo dei professori e dei loro metodi educativi si rivela a tratti assai incisiva. Divertente e non banale la sequenza in cui Alfredo ed Elisa divagano circa la presunta superiorità dei sogni sulla realtà. Musiche di Nuccio Fiorda.