Il ladro di bambini
1992
Paesi
Italia, Svizzera, Francia
Genere
Drammatico
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Gianni Amelio
Attori
Enrico Lo Verso
Valentina Scalici
Giuseppe Ieracitano
Fabio Alessandrini
Vitalba Andrea
Florence Darel
Marina Golovine
Agostino Zumbo
Massimo De Lorenzo


Il carabiniere Antonio (Enrico Lo Verso) deve accompagnare con un collega (Fabio Alessandrini), da Milano a Civitavecchia, i due fratellini Luciano (Giuseppe Ieracitano) e Rosetta (Valentina Scalici), sottratti alla madre che aveva avviato la piccola alla prostituzione. Lasciato solo dal commilitone che ha un appuntamento galante a Bologna e rimbalzato dall'istituto per la mancanza di un certificato, Antonio si vede costretto a improvvisare e decide di portare i ragazzi in un'altra struttura in Sicilia. Durante il viaggio il gruppetto si avvicina fino quasi a diventare una famiglia, ma per le istituzioni il carabiniere è quasi passibile dell'accusa di sequestro di persona per aver preso l'iniziativa senza autorizzazione.

Nella sua opera più riuscita in assoluto, insignita tra l'altro a Cannes con il Gran Premio della Giuria, Amelio torna a raccontare la storia (in questo caso contemporanea) fissando lo sguardo sui bambini come in molti lavori precedenti. Anziché limitarsi a narrare la privazione dell'infanzia, già avvenuta all'inizio del film, lascia intravedere un suo possibile e pure incompiuto recupero, affidato all'umanità di un ragazzo qualunque che presto si spoglia della divisa per indossare i panni di padre putativo. Se all'inizio si concede una sequenza di grande tecnica e ampio respiro (l'irruzione delle forze dell'ordine nel palazzo dove vivono i bambini), non teme poi di affidarsi soprattutto ai volti e a un'estetica “sporca” che serve alla perfezione lo sviluppo della sceneggiatura. Lo Stato (come il collega di Antonio) scompare subito dopo l'iniziale intervento e il viaggio da Milano al Lazio, alla Calabria e infine in Sicilia è una discesa in cui solitudine e libertà si alternano e mischiano, evitando miracolosamente la retorica grazie alla misura con cui sono diretti gli attori. Sebbene sia impossibile non ammirare i giovani protagonisti, bisogna riconoscere che Lo Verso è impeccabile e sempre credibile, nell'abbraccio con la nonna come nel confronto coi superiori e riesce a commuovere con la normalità: come quando, mentre sono al ristorante sul mare, deve promettere a Luciano un futuro pranzo al Burghy.


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