Paisà
1946
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Guerra, Storico
Durata
125 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Roberto Rossellini
Attori
Robert Van Loon
Carmela Sazio
Dots Johnson
Alfonsino Pasca
Maria Michi
Gar Moore
Harriet Medin
Renzo Avanzo
Gianfranco Corsini
William Tubbs
Dale Edmonds
Sei episodi che, in ordine cronologico, seguono la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista. I: una ragazza siciliana (Carmela Sazio) fa strada ai soldati americani appena sbarcati sull'isola. II: in una Napoli da poco liberata, uno sciuscià (Alfonsino Pasca) ruba le scarpe a un soldato americano di colore. III: a Roma una giovane ragazza (Maria Michi) che si prostituisce per necessità incontra per caso un soldato americano con cui aveva passato una notte di felicità nei giorni della liberazione. IV: in una Firenze ancora in mano ai tedeschi, dove si combatte casa per casa, Harriet (Harriet Medin) cerca di trovare il capo partigiano Lupo (Renzo Avanzo). V: tre cappellani militari di fede diversa (un luterano, un cattolico e un ebreo) trovano riparo presso uno sperduto monastero sugli Appennini. VI: alla foce del Po, partigiani e soldati americani stringono d'assedio gli ultimi tedeschi asserragliati.

Tra le vette massime del neorealismo e tra i capolavori assoluti della storia del cinema (italiano e non), Paisà rappresenta l'estensione, a livello nazionale, di Roma città aperta (1945), in cui Rossellini scattò un immortale fotografia della Capitale sotto il giogo dei tedeschi nel '44. Il racconto, sotto l'approccio realistico e calligrafico, cela una grande tensione "etica" che, attraverso la scelta di risalire la penisola insieme agli Alleati, comincia su uno scoglio della Sicilia e finisce al Nord, presso la foce del Po, veicolando l'idea della “risalita morale” di un intero popolo ferito. Lo stile asciutto, per nulla retorico e anti-spettacolare, inoltre, grazie al grande talento di Rossellini, riesce paradossalmente a soffiare dentro alle sei storie un calore e una vitalità umana che solo la vita quotidiana riesce a regalare. Il pessimismo del regista, che si manifesterà con più chiarezza nelle opere successive, tuttavia, comincia a emergere nettamente: tre episodi si concludono con la morte e tre con il manifestarsi di una tragedia sociale (la scoperta della miseria napoletana da parte del soldato di colore), individuale (la ragazza abbandonata dall'americano) e spirituale (la scoperta della fede protestante ed ebraica degli ospiti da parte dei frati nel monastero). Molte, infine, le intuizioni di Rossellini sulla società italiana che verrà: dal rapporto “forzato” e mai disteso con gli americani e l'Occidente, sino al ruolo ingombrante del Cattolicesimo. Scritto dal regista con Sergio Amidei, Klaus Mann, Federico Fellini, Marcello Pagliero, Alfred Hayes e Vasco Pratolini. Nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Maximal Interjector
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