Melodie eterne
Durata
97
Formato
Regista
Biografia romanzata di Wolfgang Amadeus Mozart (Gino Cervi), dal suo approccio alla corte austriaca sino alla morte accompagnata dal famoso Requiem, passando per i suoi maggiori successi e per l'amore non ricambiato per Aloisia Weber (Conchita Montenegro).
Carmine Gallone è sempre stato affascinato dalla musica lirica, come si evince dalle numerose sue pellicole ambientate in questo mondo come Giuseppe Verdi (1938) o Marionette (1939). Con Melodie eterne, l'autore prova a raccontare la personalità di Mozart in relazione alle sue composizioni artistiche, ma il progetto purtroppo fallisce nettamente. Il difetto maggiore del film è quello di non riuscire ad appassionare lo spettatore, nonostante il potenziale a sua disposizione. Infatti le musiche di Mozart sono conosciute e apprezzate quasi all'unanimità, ma la pellicola non riesce a dedicar loro il degno respiro, così come avviene per le sequenze più aneddotiche e per la storia dell'amore tormentato tra il protagonista e Aloisia (accennata e portata a termine troppo frettolosamente). La buona interpretazione di Gino Cervi non basta a risollevare le sorti di un lungometraggio piatto e superficiale che non riesce a raccontare nulla di più di quanto già risaputo.
Carmine Gallone è sempre stato affascinato dalla musica lirica, come si evince dalle numerose sue pellicole ambientate in questo mondo come Giuseppe Verdi (1938) o Marionette (1939). Con Melodie eterne, l'autore prova a raccontare la personalità di Mozart in relazione alle sue composizioni artistiche, ma il progetto purtroppo fallisce nettamente. Il difetto maggiore del film è quello di non riuscire ad appassionare lo spettatore, nonostante il potenziale a sua disposizione. Infatti le musiche di Mozart sono conosciute e apprezzate quasi all'unanimità, ma la pellicola non riesce a dedicar loro il degno respiro, così come avviene per le sequenze più aneddotiche e per la storia dell'amore tormentato tra il protagonista e Aloisia (accennata e portata a termine troppo frettolosamente). La buona interpretazione di Gino Cervi non basta a risollevare le sorti di un lungometraggio piatto e superficiale che non riesce a raccontare nulla di più di quanto già risaputo.