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No Sudden Move
No Sudden Move
Durata
115
Formato
Regista
1954, Detroit. I gangster Curt (Don Cheadle), Ronald (Benicio del Toro) e Charley (Kieran Culkin) vengono ingaggiati dal misterioso Doug Jones (Brendan Fraser) per un lavoro facile e ben pagato: tenere in ostaggio la famiglia di un contabile (David Harbour), mentre l’uomo si reca in ufficio per prendere una cartella contenente importanti documenti. La consegna però non va come previsto e l’errore apre a una spirale di imprevisti, trappole e scoperte inaspettate.
Con No Sudden Move Steven Soderbergh conferma il suo notevole momento creativo, firmando regia, fotografia e montaggio di un ibrido a cavallo tra heist movie e neo-noir dalle forte tinte ironiche. Evidentissimo, sin dall’incipit, l’utilizzo di lenti anamorfiche retrò che ci portano direttamente negli anni Cinquanta e non solo sul piano narrativo sapientemente ricostruito dalla sceneggiatura di Ed Solomon. Il film racconta di un’America in piena ascesa economica, osservando il monopolio delle quattro grandi dell’industria automobilistica da una prospettiva bassa e sporca. Curt Goynes e Ronald Russo sono le guide perfette per un viaggio tra i locali della criminalità organizzata, i palazzi del potere e, soprattutto, le accoglienti villette a schiera della working class. Il quadro è sordido, i protagonisti goffi ma capaci di reinventarsi ad ogni colpo di scena: l’importante è non fare movimenti avventati, come recita il titolo, pur nell’impossibilità di mettere fine a un disordine crescente. A lungo andare il copione diventa un po' troppo contorto, ma il fascino narrativo e stilistico è evidente e l'esito complessivo non può che lasciare soddisfatti. Il cast vede interpreti in grandissima forma, dove spiccano un ritrovato Brendan Fraser e un magistrale Benicio del Toro. Il film è stato presentato in anteprima internazionale al Tribeca Film Festival 2021.
Con No Sudden Move Steven Soderbergh conferma il suo notevole momento creativo, firmando regia, fotografia e montaggio di un ibrido a cavallo tra heist movie e neo-noir dalle forte tinte ironiche. Evidentissimo, sin dall’incipit, l’utilizzo di lenti anamorfiche retrò che ci portano direttamente negli anni Cinquanta e non solo sul piano narrativo sapientemente ricostruito dalla sceneggiatura di Ed Solomon. Il film racconta di un’America in piena ascesa economica, osservando il monopolio delle quattro grandi dell’industria automobilistica da una prospettiva bassa e sporca. Curt Goynes e Ronald Russo sono le guide perfette per un viaggio tra i locali della criminalità organizzata, i palazzi del potere e, soprattutto, le accoglienti villette a schiera della working class. Il quadro è sordido, i protagonisti goffi ma capaci di reinventarsi ad ogni colpo di scena: l’importante è non fare movimenti avventati, come recita il titolo, pur nell’impossibilità di mettere fine a un disordine crescente. A lungo andare il copione diventa un po' troppo contorto, ma il fascino narrativo e stilistico è evidente e l'esito complessivo non può che lasciare soddisfatti. Il cast vede interpreti in grandissima forma, dove spiccano un ritrovato Brendan Fraser e un magistrale Benicio del Toro. Il film è stato presentato in anteprima internazionale al Tribeca Film Festival 2021.
